Come rendere il Comune di Roma leader mondiale nella partecipazione civica e la trasparenza, digitale e non?!

Con le elezioni comunali di Roma del 2016 è per la prima volta possibile che ilMovimento Cinque Stelle possa controllare ed amministrare un grande comune d’Italia, il più grande. Il cavallo di battaglia è sempre stato la partecipazione dei cittadini online per promuovere la democrazia diretta e la trasparenza degli eletti. Ad oggi l’M5s ha introdotto innovative ed efficaci forme di partecipazione online e di aggregazione sul territorio attraverso i Meet Up, che hanno portato ad eleggere persone con livelli di competenza ed onestà significativamente superiori alla media, e con programmi imperfetti ma svincolati da legami con interessi di potere consolidati. Cionostante essi hanno introdotto anche molte gravi contraddizioni, che ha un effetto di accentramento del potere, come ad esempio: (a) regolamenti interni  incerti e scarzamente democratici, (b) utilizzo di piattaforme non trasparenti e con livelli di sicurrezza non adeguatamente certificati, (c) impossibilità per gli iscritti di partecipare attraverso processi di persona al processo deliberativo formale online, per coloro che lo preferiscono per mancanza di alfabetizzazione digitale e/o paura della sicurezza e privacy online.

D’altro canto il Partito Democratico, ha introdotto con la sua nascita le primariecome forma di democratizzazione dei suoi processi interni e consolidamento democratico della leadership. Ma lo strumento purtroppo non fu fondato su regolamenti e statuti sufficientemente solide e a prova di abuso, che hanno permesso ad alcuni leader e gruppi dirigenti PD di attivarlo a discrezione, di volta in volta, trasformandolo in uno strumento di accentramento del potere invece che di democrazia partecipativa; per la stessa ragione che distingue il plebiscito dal referendum propositivo, ovvero chi e quando decide di farlo!

L’M5S ha puntato decisamente sulla retorica della democrazia diretta anche per queste elezioni comunali di Roma, dicharando a programma che anche le delibere del Comune da parte dei consiglieri eletti M5S, verranno determinate per mezzo dello strumento online, con una partecipazione degli iscritti solo consultiva semprerebbe, e riferimento ad una piattaforma per tutti i cittadini romani.

L’elezione comunale di Roma, potrà quindi essere una grande occasione occasione e responsabilità per dimostrare di poter metter in pratica principi di partecipazione, trasparenza e lotta contro corruzione e privilegi tanto affermati fino ad oggi.

PROPOSTA PER ROMA

Alla Open Media Cluster, ente non-profit indipendente R&D, da 15 anni lavoriamo esclusivamente a soluzioni all’avanguardia mondiale per la partecipazione civica, elettronica e non, con la nostra Trustless Computing Initiative, e le nostre passate iniziative della ParTecs – Participatory TechnologiesTelematics Freedom Foundation e della Lista Partecipata.

La proposta dell’Open Media Cluster è indirizzata ad un partito o lista elettorale per il Comune di Roma, che intenda differenziarsi e porsi come leader non solo nazionale in partecipazione e trasparenza. La proposta è facilmente ri-declinabile a livello regionale e nazionale, sia come politiche del governa che per applicazione ai processi interni. 

Proponiamo che una lista candidata indichi che, qualora sarà parte della maggioranza procederà a proporre che il Comune di Roma proceda senza indugio, attraverso bandi e delibere, a dotarsi del seguente:

Entro 9-12 mesi

  1. Servizi sperimentali di deliberazione e consultazione elettronica ad usabilità molto elevata, a partire da sistemi oggi largamente utilizzati, che mira esclusivamente a  validare esperienza utente, interfaccie, usabilità, fruibilitàal e la scalabilità. Tali sistemi, saranno dichiaratamente attivati solo in via sperimentale e temporanea, prendendo atto di sistema soluzioni attualmente disponibili sul mercato sono molto lontane dal fornire livelli di inclusività, di sicurezza e privacy che richiedono la Costituzione Italiana, la Carta Europea dei Diritti dell’uomo e i cittadini romani. I seguenti studi di interfaccia e prototipi sono stati da noi realizzati nei recenti anni possono essere d’ispirazione per le iniziali piattaforme di partecipazione, ed implementabili già nel corto termine:

    • Decidiamo.it. Piattaforma web user-friendly per il commento e rating di leggi dell’ordine del giorno di consigli regionali o comunali, e la contemporanea proposta, rating e commento di proposte d’iniziativa popolare allo stesso consiglio.Slides dell’interfaccia. Status: Disponibile in free/open source. Può essere operativo in 8 settimane con ulteriori 100-150 ore di lavoro.

    • Draft2gether. Un sistema di partecipazione elettronica user-friendly per la creazione di aree di discussione deliberativa finalizzate alla co-elaborazione democratica di un testo condiviso da decine o migliaia di persone: Slides dell’interfaccia utente. Status: studi e prototipi di interfaccia utente avanzati, ma niente codice.

  2. Processi consultivi e deliberativi periodici di persona, in incontri in lughi pubblici, dove i cittadini potranno formalmente presentare proprie proposte e siglare proposte degli altri per petizioni popolari, ed ogni altra forma di partecipazione civica previste dalla legge. Tali porcessi potranno includere processi di bilancio partecipativo e trasparente (ispirandosi anche a  passate esperienze della Regione Lazio).

  3. Approvare una legge comunale che obbliga il Comune ad utilizzare, per servizi intereni ed esterni particolarmente sensibili, solo piattaforme con i massimi livelli di trasparenza e privacy. Come la proposta di legge multi-partisan che promuovemmo nel 2014 per la Regione Lazio.

  4. Approvare riforma strutturale degli strumenti di partecipazione civica del Comune, con introduzione del referendum propositivo e sostanziale abbassamento del quorum.

Entro 24-30 mesi

  1. Processi e servizi ICT che permettano ai cittadini romani di usufruire con la loro tessera sanitaria, coadiuvati da altri processi di autenticazione, di“chioschi civici elettronici”,o CivicKiosk,  in uffici pubblici ed altri luoghi convenzianati, dove possono partecipare alle deliberazioni comunali, alle petizioni, fare proposte, segnalare malaffare, fare prenotazioni di sanitarie sensibili, ed altro. Il tutto con livelli di garanzie di confidenzialità, sicurezza, autenticazione ed integrità che – ancorchè mai perfetti – sono adeguati alla Costituzione Italiana, la Carta Europea dei Diritti dell’uomo per l’esercizio completo dei diritti civili. Saranno esclusi il voto elettivo amminsitrivo e politico, per i quali vi sono requisiti di sicurezza ancora più stringenti che probabilmente non potranno mai essere raggiunti.

  2. Ogni cittadino potrà inoltra acquisire a prezzo di costo di 30-50€ – dal Comune o altri soggetti terzi opportunamente – appositi apparecchi touch-screen portabili, o CivicPods, che gli permetterà di svolgere tutte le funzioni dei “chioschi elettronici”, oltrechè di gestire un blog, partecipare in forums e comunicare direttamente con altri cittadini, con i medesimi livelli di sicurezza e privacy.

  3. Ogni dirigente di alto livello ed eletto del Comune sarà obbligato a portare sempre con se un CivicPod acceso quando in funzione di lavoro, e ad utilizzare un CivicPod per ogni comunicazione interna all’amministrazione; così da garantire al contempo (a) livelli senza precedenti di confidenzialità, che limitino le pressioni su di essi di soggetti terzi sul loro operato e (b) ne garantiscano l’intercettabilità anche ambientale, quando autorizzate dalle forze dell’ordine

  4. Costi e finanziamento Un progetto del genere costerebbe fra i 5 e 10M€. Lo sappiamo bene perchè quanto descritto è parte di quanto è previsto nel nostro progetto non-profit di Trustless Computing Initiative. Esso potrebbe qualificare per proposte a programmi EU di  pre-commercial procurement, o altri fondi nazionali, regionali, etc.. Inoltre si può pensare a fare un bando congiunto con altre amm. locali con medesimi requisiti. Il Comune di Barcelona, assieme al MISE, ha ad esempio partecipato come Governmental Partner in una nostra recente proposta R&D.

Inoltre, la lista o partito che volesse promuovere queste politiche di partecipazione, potrebbe applicare tali tecnologie, e lo statuto della Lista Partecipata al proprio interno. Statuto e regolamenti per la gestione democratico diretta di una lista elettorale e poi la gestione delle attività decisionali degli eletti da parte degli elettori della lista. Usata con piccole modifiche dalla Rete dei Cittadini nel 2010 alla regionali Lazio e dai Democratici Diretti alle provinciali e regionali 2008.

Rufo Guerreschi